Il lavoro ” Dal bozzetto al Costume” ha coinvolto diversi Laboratori e soggetti del Progetto.

Nell’ambito del laboratorio di “Catalogazione e Presentazione” è stato portato avanti un lavoro sui costumi tipici calabresi con la riproduzione di bozzetti, sotto la guida dela prof.ssa Deborah Salemi.

Sono stati scelti due costumi, di Tiriolo e Nicastro, sui quali è stato fatto un vero e proprio progetto delle varie parti degli abiti e si è giunti alla realizzazione degli stessi all’interno del “Laboratorio Moda”, con la collaborazione di Made in Goel e le prof.sse Cristina Crea e Maria Carmela Megali, insieme all’Assistente Tecnico Anna Spanò e al personale tutto del Laboratorio delll’Indirizzo Tessile Sartoriale, che si è speso senza risparmiarsi anche per la realizzazione degli abiti di scena dei ragazzi dell’I.C. Bello- Pedullà.

In questa sezione ci si è avvalsi degli esperti di Made in Goel che hanno provveduto ad impartire lezioni teorico-formative sulla tessitura tradizionale calabrese realizzata con il telaio a mano, risalente alla cultura grecanico-bizantina e alla realizzazione di laboratori pratico-formativi incentrati sulla creazione di bozzetti di costumi tradizionali, laboratori sulla produzione in di costumi tradizionali realizzati con fibre naturali biologiche e sul  confezionamento dei prodotti tessili.

Gallery

Costume di Polistena (RC)

Costume di Bova (RC)

Costume di Guardia Piemontese (CS)

Costume di Castrovillari (CS)

Costume di  Luzzi (CS)

Costume di Reggio Calabria

Costume di Lungro (CS)

Costume di Gioiosa Ionica (RC)

Costume di San Giovanni in Fiore (CS)

Costume di Tiriolo (CZ)

Costume di Cardinale (CZ)

Costume di Nicastro (CZ)

COSTUMI CALABRESI

Analizzando il costume calabrese della locride attraverso le fonti che sono arrivate ai giorni nostri appare subito evidente una contenuta castigatezza e austerità nelle forme che racchiude ed esprime immediatamente senso di modestia e di laboriosità; altrettanto evidente è la ricerca di dare espressione di gusto alla semplicità del taglio adeguato anche alla qualità dei tessuti; il colore infatti, spesso domina il taglio, che si fa  semplicità assoluta.

L’abbigliamento femminile consisteva in lunghi vestiti composti da vari pezzi: “a saja”, arricciata in vita, “cogghiuta”, o a pieghe, sopra la quale veniva indossato un grembiule, “fardali”, anch’esso arricciato in vita e spesso rifinito con nastri e merletti.

Il vestito veniva completato da un corpetto aderente, “u juppuni”, con manica lunga aderente fino al gomito terminante con un volant della stessa stoffa; sopra veniva indossato un gilè che metteva in risalto il seno, allacciato sul petto da cordoncini incrociati. In inverno, sopra il vestito, si portava un ampio scialle, “vancale”, tessuto a mano molto lungo che ricopriva quasi tutto il corpo.

Completava il tutto un copricapo, “u maccaturi”, triangolo di stoffa pesante o tovaglia di lino ripiegata sul capo in modo particolare: le ragazze lo annodavano dietro la nuca, le donne adulte sotto il mento.

Sotto la saja le donne indossavano più di una sottana, l’ultima delle quali era una vera e propria gonna messa in mostra arrotolando la saja sulla schiena; questa era lavorata con più gusto e raffinatezza delle altre, era ornata di merletti e trine e ricamata con arte ed in molte zone il colore indicava lo stato sociale delle donne che la indossavano.

I colori dei tessuti erano ottenuti con coloranti naturali di origine vegetale: infusi di erbe, di foglie, di polline di fiori, bucce di frutta, radici che davano vita a colori resistenti nel tempo, mai uguali, ma sempre con una particolare lucentezza.

Corteccia di melograno, robbia e tartaro per il rosso; pianta guada, polline di giglio, corteccia d’arancio o di limone per il giallo; corteccia di castagno o buccia di noce per il marrone; noci fresche per il verde.

Il decoro dei tessuti nel costume popolare esprime legami arcaici e diretti con le varie dominazioni; al periodo greco si deve la struttura geometrica di piccoli motivi: “curunedde”, “canali d’organo”, “corona senza mattoni”, “stellina con dente”, “mattonelle”, “rosa doppia”, “greche”, “arcata di denti”.

Dal bozzetto al costume

Costume tradizionale di Tiriolo

Costume tradizionale di Nicastro

Bozzetto costume di Tiriolo

Descrizione attività

Descrizione

Output finale

Costume di Nicastro

Descrizione attività

Output finale