L’I.P.S.S.A. Dea Persefone  di Locri si è occupato della parte enogastronomica, con due laboratori attraverso lezioni frontali e laboratori di cucina. Le lezioni frontali hanno affrontato le proprietà dei  prodotti biologici e del bergamotto. Nei laboratori sono state affrontate prove di enogastronomia e soprattutto di pasticceria, poiché il tema conduttore del progetto univa le tradizioni tessili a quelle del matrimonio e quindi al “banchetto della sposa”, che è stato riprodotto nelle varie portate nell’evento finale, insieme ad un sontuoso buffet di dolci tipici del matrimonio calabrese. Un terzo laboratorio è stato svolto con la collaborazione di Goel Bio con lezioni frontali e attività presso il ristorante Culturale Amal di Roccella dove gli alunni si sono misurati con l’alta cucina calabrese.

IL BANCHETTO DELLA SPOSA

Il rinfresco di solito si svolgeva in casa della sposa, solo se era sufficientemente grande, altrimenti si prendeva in affitto una casa vuota e allestita apposta per l’occasione, con le sedie tutte attorno alle stanze e con gli amici che fungevano da camerieri, distribuendo vassoi colmi di biscotti dolci e salati, confetti, liquori fatti in casa, nonché il dolce tipico per eccellenza, “i durci ziti”. I dolci, “durci”. Sono pasticcini di forma rotonda a base di Pan di Spagna, farciti con crema pasticcera e ricoperti di glassa di zucchero fondente.
Quando il rinfresco stava per volgere al termine, al posto della bomboniera, per congedare gli invitati, gli sposi offrivano cinque confetti: la sposa li pescava con un cucchiaio dalla ciotola di cristallo che lo sposo reggeva. Il confetto “ammendula” ricoperta di zucchero rigorosamente bianco, simboleggiava la purezza e la preziosità, il numero cinque la salute ,la lunga vita, la fertilità e la felicità; il numero dispari in quanto indivisibile, come doveva essere il matrimonio.
Per il banchetto dei matrimoni non si badava a spese, il pasto era ricco e abbondante e il menù prevedeva i famosi “maccaruni di ziti” con sugo di carne di capra, salumi e formaggi nostrani, olive, insalata verde, frutta fresca e frutta secca, pane fatto in casa e vino della migliore annata, a volte veniva sacrificata anche una vitella intera da arrostire. Al suono dell’organetto prima, e del giradischi dopo, si ballava la tarantella, la quadriglia, per finire col valzer fino a notte inoltrata.

L. SANTELLI, Viaggio nella memoria del matrimonio, in una comunità pronta a scommettere sul proprio futuro.

Allestimento del “Banchetto della sposa” all’interno del percorso epositivo “Saperi e Sapori”, presso l’I.P.S.I.A. di Siderno.

Si è voluta ricreare una tavola della tradizione con i piatti tipici del matrimonio.