Lavorazione del lino

DATAZIONE LUOGO FONTE
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DEFINIZIONE
Lavorazione del lino

 

DESCRIZIONE
LA RACCOLTA DEL LINO: in giugno i fiori di lino giungevano a maturazione, la raccolta veniva fatta a mano, piantina per piantina, preoccupandosi di pulire bene le radici dalla terra, di conservare la massima lunghezza delle fibre e di non rovinare i semi. I covoni erano lasciati sui campi per un paio di giorni e portati in cascina e distesi sull’aia.
I SEMI DEL LINO: separati i semi dai fusi, i primi venivano tagliati, puliti e inviati al torchio per essere spremuti così da ottenere l’olio.
LA MACERAZIONE: i fusi erano posti a macerare per quindici giorni e riempivano l’aria di un odore di marcio. Le donne poi li avrebbero lavorati.
LA SCOTOLATURA: per le donne iniziava ora il lavoro più sfibrante. Con spatole o scotole di legno, due donne, una di fronte all’altra, battevano il manipolo alternandosi nei movimenti: occorrevano dieci minuti per mettere a nudo la fibra. Doveva trascorrere ancora un giorno di sole e poi avveniva una nuova scotolatura.
LA PETTINATURA: il lino sfibrato veniva passato e ripasssato in vari tipi di pettine, dal più grosso al più fine per separare le fibre fini e lunghe da quelle corte e arruffate. La fibra lunga sarebbe stata tessuta e filata; lo scarto sarebbe servito per imbottire gli stivali, per avvolgere i tappi delle botti, per tappare i buchi…